Valutazione delle performance

KPI: guida agli indicatori strategici

KPI delle risorse umane? Scopri tutto sugli indicatori che rivelano il work balance della tua azienda. La guida ad hoc per te!

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Sara González

HR Consultant

kpi risorse umane

11 de Aprile, 2025

Il dipartimento HR ha smesso da tempo di essere un semplice “amministratore del personale”. Oggi svolge un ruolo chiave nella crescita dell’azienda e per dimostrarne l’impatto servono dati misurabili. Ecco perché è fondamentale conoscere e utilizzare i giusti KPI delle risorse umane. Questa guida ti spiegherà passo dopo passo tutto ciò che devi sapere per monitorare, interpretare e migliorare i processi HR.

Cosa sono i KPI delle risorse umane?

Iniziamo con il definire i KPI. I KPI (Key Performance Indicator) sono indicatori numerici che misurano il rendimento di un’area specifica. Applicati alle risorse umane, i KPI permettono di valutare l’efficienza, la qualità e l’impatto delle attività legate a personale, selezione, formazione, clima aziendale e produttività.

Perché sono importanti?

Perché trasformano ciò che spesso sembra “intangibile” in dati concreti. Permettono di rispondere a domande fondamentali come:

  • Stiamo selezionando il personale nel modo giusto?
  • I nuovi assunti restano a lungo in azienda?
  • Quanto costa davvero una selezione?
  • I collaboratori sono soddisfatti?

Vantaggi dell’uso dei KPI

Vediamo nel dettaglio quali sono i numerosi benefici che apporta l’utilizzo dei KPI.

Decisioni più informate

Monitorare i KPI consente di prendere decisioni basate su dati reali, evitando valutazioni soggettive o intuizioni poco affidabili.

Miglioramento continuo

Misurare significa capire dove si può migliorare. I KPI permettono di individuare aree critiche, inefficienze e processi da ottimizzare.

Allineamento con gli obiettivi aziendali

I KPI aiutano a collegare le risorse umane con la direzione, mostrando il contributo reale del reparto alle performance collettive dell’azienda.

Maggiore trasparenza

Condividere i KPI con i team trasmette fiducia, trasparenza e senso di responsabilità. Ognuno può vedere in che direzione si sta andando.

Come scegliere i KPI giusti per le risorse umane?

Non tutti i KPI vanno bene per tutte le aziende. Ecco alcune domande da porsi:

  • Quali sono i nostri obiettivi? Ridurre il turnover, migliorare l’engagement, velocizzare la selezione?
  • Quali dati abbiamo già disponibili?
  • Quali KPI sono davvero strategici per il nostro contesto?

L’ideale è non superare i 10-12 KPI essenziali, suddivisi tra le diverse aree HR.

I principali KPI HR: classificazione per aree

KPI per la selezione del personale

I seguenti indicatori servono a misurare l’efficacia e l’efficienza dei processi di recruiting e onboarding.

1. Tempo di assunzione

Tempo medio tra la pubblicazione dell’offerta e la firma del contratto. Più è basso, meglio sta funzionando il processo.

2. Costo di assunzione

Somma di tutte le spese legate alla selezione (annunci, software, tempo dei recruiter, agenzie, ecc.) diviso il numero di assunzioni effettuate.

3. Tasso di accettazione dell’offerta

Percentuale di candidati che accettano la proposta dopo la selezione. Un tasso basso può indicare problemi nell’offerta contrattuale o nel brand.

4. Tasso di abbandono precoce

Percentuale di nuovi assunti che lasciano l’azienda nei primi sei mesi. Un KPI fondamentale per valutare la qualità del processo selettivo e dell’onboarding.

KPI per la gestione delle performance

Servono a monitorare il rendimento individuale e collettivo all’interno dell’organizzazione.

5. Produttività per dipendente

Rapporto tra output (es. vendite, progetti chiusi, pratiche gestite) e numero di dipendenti. Aiuta a capire se la forza lavoro è ben organizzata.

6. Obiettivi raggiunti (%)

Percentuale degli obiettivi annuali (o trimestrali) raggiunti da ciascun team o dipendente. È utile per allineare performance e strategia.

7. Valutazione delle competenze

Punteggio medio delle competenze valutate tramite assessment interni o performance review. Fornisce una mappa dello sviluppo del talento.

KPI per il clima aziendale e la soddisfazione

Il benessere dei collaboratori ha un impatto diretto sulla produttività e sulla fidelizzazione.

8. Tasso di soddisfazione

Misurato tramite survey o sondaggi periodici. Un dato che va letto con continuità, per intercettare segnali di malessere.

9. Employee Net Promoter Score (eNPS)

Chiede ai dipendenti: “Consiglieresti la tua azienda come luogo di lavoro?”. Si misura su una scala da 0 a 10 ed è un ottimo indicatore di clima e cultura aziendale.

10. Assenteismo

Giorni di assenza non giustificata o imprevista. Può rivelare problemi legati a stress, malessere o disorganizzazione interna.

KPI per la formazione e lo sviluppo

Investire nella formazione è essenziale per lo sviluppo del capitale umano. Ecco come misurarne l’efficacia.

11. Ore di formazione per dipendente

Quante ore di formazione ha ricevuto in media ogni dipendente in un anno? È un buon indicatore del livello d’investimento aziendale.

12. Tasso di completamento dei corsi

Percentuale dei corsi avviati che vengono completati dai dipendenti. Se il numero è basso, forse il contenuto o la modalità non sono adeguati.

13. Valutazione post-formazione

Indica quanto i dipendenti ritengono utile o applicabile quanto appreso. Viene misurato con brevi survey alla fine di ogni percorso.

14. Impatto sul rendimento

Questo KPI collega la formazione ricevuta ai miglioramenti nelle performance. È il più difficile da misurare, ma anche il più significativo.

KPI per la fidelizzazione e il turnover

Per fidelizzare i talenti ci vuole tanta strategia quanta per attrarli. Questi KPI aiutano a comprendere i livelli di engagement e stabilità interna.

15. Tasso di turnover volontario

Percentuale di dipendenti che si dimettono volontariamente in un periodo specifico. Un valore troppo alto può segnalare problemi strutturali.

16. Tasso di retention

Il contrario del turnover: misura quanti dipendenti restano in azienda dopo un certo periodo (es. 1 anno). Più è alto, più l’azienda è solida.

17. Anzianità media aziendale

Indica da quanto tempo in media i dipendenti lavorano in azienda. Un buon equilibrio tra nuove leve e seniority favorisce la stabilità.

KPI per diversità e inclusione

Le aziende moderne devono promuovere un ambiente equo, inclusivo e rappresentativo. I KPI possono supportare questo impegno.

18. Diversità di genere

Distribuzione tra uomini e donne in azienda, nei ruoli di leadership e nei diversi reparti.

19. Diversità generazionale

Percentuale dei dipendenti suddivisi per fasce d’età. Aiuta a costruire team eterogenei e più ricchi di prospettive.

20. Inclusione totale

Attraverso sondaggi anonimi si può misurare il grado di inclusione vissuto dai dipendenti: si sentono rispettati, ascoltati, rappresentati?

KPI per lo smart working

Il lavoro remoto richiede nuovi parametri per garantire efficienza e coinvolgimento, anche a distanza.

21. Frequenza dello smart working

Percentuale media di giorni lavorati da remoto. Serve per capire l’equilibrio tra presenza fisica e flessibilità.

22. Produttività da remoto

Difficile da calcolare, ma utile da misurare con proxy come output settimanali, obiettivi raggiunti o feedback dei responsabili.

23. Coinvolgimento da remoto

Le persone che lavorano da casa si sentono parte del team? Partecipano agli incontri? Un indicatore utile per evitare isolamento.

Come utilizzare e monitorare i KPI

Una volta scelti gli indicatori giusti, serve un sistema solido per raccogliere, analizzare e comunicare tutti i dati. Eccoti i passaggi essenziali.

1. Esplora i KPI in team

Coinvolgi manager e team HR per identificare gli indicatori davvero utili, evitando misurazioni inutili o poco leggibili.

2. Automatizza la raccolta dati

Usa software HR che permettano di automatizzare la raccolta dei dati, generare report e aggiornare i KPI in tempo reale.

3. Crea un dashboard delle HR

Un dashboard visivo e interattivo aiuta a tenere tutto sotto controllo. Ogni KPI deve essere facilmente consultabile, aggiornato e leggibile.

4. Analizza e interpreta

Non limitarti a leggere i dati, poniti domande! Cosa significano? Perché questo indicatore è calato? Cosa possiamo fare per migliorarlo?

5. Comunica e condividi

Condividere i KPI con l’azienda (o almeno con i manager) crea trasparenza, stimola la collaborazione e aiuta a prendere decisioni più veloci.

Errori comuni da evitare con i KPI

  • Scegliere troppi indicatori. Meglio pochi ma utili, piuttosto che una lista infinita.
  • Focalizzarsi solo sui dati negativi. I KPI servono anche ad evidenziare i successi.
  • Non agire sui risultati. Misurare è inutile se poi non si prendono decisioni concrete.
  • Usare dati imprecisi. La qualità delle fonti è fondamentale, altrimenti i KPI rischiano di diventare fuorvianti.

Strumenti consigliati per monitorare i KPI HR

Ecco alcuni strumenti che possono fare la differenza:

  • Software di gestione del personale che integri rilevazione presenze, onboarding, valutazione del personale e dashboard KPI.
  • Tool di analisi dati come Google Data Studio o Power BI per creare cruscotti visivi personalizzati.
  • Piattaforme survey come Typeform o Culture Amp, utili per misurare clima aziendale, engagement e inclusione.

Oltre i numeri: come leggere i KPI HR

KPI qualitativi vs KPI quantitativi

Non tutti gli indicatori sono numeri puri. Alcuni dati, come la motivazione, la leadership percepita o la fiducia nel management, vanno interpretati in chiave qualitativa, attraverso questionari, interviste e focus group. Sicuramente più difficili da misurare, questi KPI offrono un quadro più umano e profondo della situazione aziendale. Il consiglio è quello di combinarli con dati numerici, così da avere un’immagine completa.

Indicatori di breve e lungo termine

I KPI vanno anche letti con il giusto orizzonte temporale:

  • Breve termine. Tasso di assunzione, completamento corsi, numero di colloqui.
  • Lungo termine. Retention, clima, produttività, eNPS.

Lavorare solo sul breve termine può portare a decisioni impulsive. Invece, un approccio che include indicatori di lungo termine favorisce stabilità e crescita sostenibile.

KPI HR nei diversi contesti aziendali

Ogni azienda è diversa. Ecco come personalizzare i KPI in base al settore e alla dimensione:

PMI

Le piccole e medie imprese dovrebbero concentrarsi su indicatori semplici ma ad alto impatto:

  • Tasso di turnover.
  • Tempo medio di assunzione.
  • Costo del personale sul fatturato.
  • Clima aziendale.

Grandi aziende

Hanno più dati a disposizione e possono permettersi analisi avanzate, come:

  • Costi di formazione per area
  • Analisi per genere, età, livello contrattuale
  • Tempo medio di promozione interna
  • Tasso di assenteismo per dipartimento

Settore pubblico

I punti più importanti sono conformità legale, soddisfazione del personale ed efficienza:

  • Tempo medio per chiudere una selezione
  • Costo per dipendente
  • Livello di soddisfazione del personale
  • KPI collegati a progetti finanziati

Casi d’uso reali dei KPI

1. Riduzione del turnover

Una startup tech aveva un turnover del 35%. Dopo l’analisi dei KPI, ha scoperto che il problema era l’onboarding inefficace. Inserendo un programma strutturato e migliorando la comunicazione interna, ha ridotto il turnover al 18% in sei mesi.

2. Miglioramento dell’engagement

Un’azienda retail ha rilevato un eNPS di soli 15 punti. Dopo aver lanciato sondaggi trimestrali e avviato programmi di ascolto attivo, il punteggio è salito a 42 in un anno.

3. Ottimizzazione della selezione

Un ente sanitario impiegava 70 giorni in media per assunzione. Automatizzando parte della selezione con un software HR e KPI specifici, ha ridotto il processo a 40 giorni, con una maggiore qualità dei candidati.

KPI HR e obiettivi ESG

Sempre più aziende inseriscono i KPI all’interno della strategia ESG (Environmental, Social, Governance). Le dimensioni sociali e di governance includono:

  • Parità salariale uomo/donna
  • Diversità nei ruoli apicali
  • Formazione obbligatoria su temi etici
  • Politiche anti-molestie e inclusione

Checklist per te: i 23 KPI da tenere sotto controllo

Selezione

  • Tempo di assunzione
  • Costo per assunzione
  • Tasso di accettazione dell’offerta
  • Abbandono nei primi 6 mesi

Performance

  • Produttività per dipendente
  • Obiettivi raggiunti
  • Valutazione competenze

Clima

  • Tasso di soddisfazione
  • eNPS
  • Assenteismo

Formazione

  • Ore di formazione per dipendente
  • Completamento corsi
  • Valutazione post-corso
  • Impatto sulla performance

Fidelizzazione

  • Turnover volontario
  • Retention rate
  • Anzianità media

Inclusione

  • Parità di genere
  • Diversità generazionale
  • Inclusione percepita

Smart working

  • Frequenza da remoto
  • Produttività a distanza
  • Coinvolgimento dei remote worker

Il software HR per l’analisi dei KPI

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