Employee experience
Creare un’associazione culturale: la guida per le aziende
Scopri come creare e gestire un'associazione culturale: una guida pratica per i dirigenti delle risorse umane e i capi aziendali.
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Scopri come creare e gestire un'associazione culturale: una guida pratica per i dirigenti delle risorse umane e i capi aziendali.
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Miguel Ángel Díaz
HR Consultant
20 de Dicembre, 2024
Vuoi portare un tocco di cultura nella tua azienda? Creare un’associazione culturale potrebbe essere l’idea giusta. Non è solo un’opportunità per migliorare il benessere e la crescita personale dei dipendenti, ma anche per rafforzare l’immagine aziendale. So cosa stai pensando: sembra complicato! In realtà, con la giusta preparazione, è più semplice di quanto pensi. Ecco come iniziare.
Un’associazione culturale è un’organizzazione senza scopo di lucro che promuove attività culturali, artistiche o educative. All’interno di un’azienda, può diventare uno strumento per favorire il team building, migliorare il morale dei dipendenti e creare uno spazio per la creatività e l’innovazione.
Il primo passo è stabilire chiaramente la missione: cosa vuoi raggiungere? Gli obiettivi ti aiuteranno a definire le azioni necessarie per realizzarla. Che si tratti di promuovere l’arte, organizzare eventi o sviluppare competenze trasversali, tutto deve essere ben delineato. Un’organizzazione ben strutturata è essenziale. Questo significa definire ruoli e responsabilità, nominare un consiglio direttivo e, se necessario, coinvolgere volontari o dipendenti.
Mantieni i membri informati attraverso email, riunioni periodiche o una piattaforma online. Una comunicazione interna trasparente aiuta a costruire fiducia e coinvolgimento.
Un’associazione culturale deve rispettare precise normative legali e fiscali. È importante conoscere gli obblighi fiscali, come la tassazione delle attività economiche o le regole sulle donazioni. Un consulente fiscale può essere d’aiuto per evitare problemi.
Dal 1° gennaio 2025, entreranno in vigore importanti modifiche al regime IVA per le associazioni italiane, in linea con le direttive UE. Il cambiamento riguarda tutti gli enti associativi, inclusi quelli culturali, sportivi, religiosi e di promozione sociale.
Finora, contributi ordinari e pagamenti aggiuntivi per attività istituzionali (come corsi, eventi e somministrazione di alimenti nei circoli) erano esclusi dall’IVA. Con le nuove regole, queste entrate diventeranno “esenti”, richiedendo l’apertura della partita IVA e la registrazione delle operazioni. Tuttavia, le prestazioni a favore di indigenti resteranno esenti, mentre per altre attività si applicherà il regime IVA ordinario.
Le piccole associazioni con ricavi fino a 85.000 euro potranno usufruire di un regime forfettario dal 2024, semplificando gli adempimenti. Nonostante ciò, molte organizzazioni temono un aumento della burocrazia senza vantaggi concreti per le entrate statali.
Enti come AICS e il Forum del Terzo Settore stanno facendo pressione sul Governo per posticipare l’applicazione delle norme, attualmente in discussione. Il futuro resta incerto, ma il settore associativo si prepara a nuovi obblighi amministrativi e fiscali.
Anche se non ha fini di lucro, un’associazione culturale non è esente da tasse. Ecco un breve riepilogo:
Gestire questi aspetti richiede attenzione e, spesso, strumenti adeguati per monitorare entrate e uscite.
Puoi scegliere tra associazioni riconosciute (con personalità giuridica) o non riconosciute (più semplici, ma con responsabilità diretta sui soci).
Per ufficializzare l’associazione, serve:
Gestire un’associazione può essere complesso, ma con Sesame HR diventa tutto più semplice. Questo software HR ti aiuta a:
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Professionista con oltre 20 anni di esperienza in diverse aree delle Risorse Umane (selezione, formazione, prevenzione dei rischi, gestione del personale). Esperienza nel reparto gestione: ampia visione del business e delle risorse umane.