Valutazione delle performance
KPI: guida agli indicatori strategici
KPI delle risorse umane? Scopri tutto sugli indicatori che rivelano il work balance della tua azienda. La guida ad hoc per te!
Valutazione delle performance
KPI delle risorse umane? Scopri tutto sugli indicatori che rivelano il work balance della tua azienda. La guida ad hoc per te!
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Mireya Ruiz
HR Consultant
11 de Aprile, 2025
Il dipartimento HR ha smesso da tempo di essere un semplice “amministratore del personale”. Oggi svolge un ruolo chiave nella crescita dell’azienda e per dimostrarne l’impatto servono dati misurabili. Ecco perché è fondamentale conoscere e utilizzare i giusti KPI delle risorse umane. Questa guida ti spiegherà passo dopo passo tutto ciò che devi sapere per monitorare, interpretare e migliorare i processi HR.
Iniziamo con il definire i KPI. I KPI (Key Performance Indicator) sono indicatori numerici che misurano il rendimento di un’area specifica. Applicati alle risorse umane, i KPI permettono di valutare l’efficienza, la qualità e l’impatto delle attività legate a personale, selezione, formazione, clima aziendale e produttività.
Perché trasformano ciò che spesso sembra “intangibile” in dati concreti. Permettono di rispondere a domande fondamentali come:
Vediamo nel dettaglio quali sono i numerosi benefici che apporta l’utilizzo dei KPI.
Monitorare i KPI consente di prendere decisioni basate su dati reali, evitando valutazioni soggettive o intuizioni poco affidabili.
Misurare significa capire dove si può migliorare. I KPI permettono di individuare aree critiche, inefficienze e processi da ottimizzare.
I KPI aiutano a collegare le risorse umane con la direzione, mostrando il contributo reale del reparto alle performance collettive dell’azienda.
Condividere i KPI con i team trasmette fiducia, trasparenza e senso di responsabilità. Ognuno può vedere in che direzione si sta andando.
Non tutti i KPI vanno bene per tutte le aziende. Ecco alcune domande da porsi:
L’ideale è non superare i 10-12 KPI essenziali, suddivisi tra le diverse aree HR.
I seguenti indicatori servono a misurare l’efficacia e l’efficienza dei processi di recruiting e onboarding.
Tempo medio tra la pubblicazione dell’offerta e la firma del contratto. Più è basso, meglio sta funzionando il processo.
Somma di tutte le spese legate alla selezione (annunci, software, tempo dei recruiter, agenzie, ecc.) diviso il numero di assunzioni effettuate.
Percentuale di candidati che accettano la proposta dopo la selezione. Un tasso basso può indicare problemi nell’offerta contrattuale o nel brand.
Percentuale di nuovi assunti che lasciano l’azienda nei primi sei mesi. Un KPI fondamentale per valutare la qualità del processo selettivo e dell’onboarding.
Servono a monitorare il rendimento individuale e collettivo all’interno dell’organizzazione.
Rapporto tra output (es. vendite, progetti chiusi, pratiche gestite) e numero di dipendenti. Aiuta a capire se la forza lavoro è ben organizzata.
Percentuale degli obiettivi annuali (o trimestrali) raggiunti da ciascun team o dipendente. È utile per allineare performance e strategia.
Punteggio medio delle competenze valutate tramite assessment interni o performance review. Fornisce una mappa dello sviluppo del talento.
Il benessere dei collaboratori ha un impatto diretto sulla produttività e sulla fidelizzazione.
Misurato tramite survey o sondaggi periodici. Un dato che va letto con continuità, per intercettare segnali di malessere.
Chiede ai dipendenti: “Consiglieresti la tua azienda come luogo di lavoro?”. Si misura su una scala da 0 a 10 ed è un ottimo indicatore di clima e cultura aziendale.
Giorni di assenza non giustificata o imprevista. Può rivelare problemi legati a stress, malessere o disorganizzazione interna.
Investire nella formazione è essenziale per lo sviluppo del capitale umano. Ecco come misurarne l’efficacia.
Quante ore di formazione ha ricevuto in media ogni dipendente in un anno? È un buon indicatore del livello d’investimento aziendale.
Percentuale dei corsi avviati che vengono completati dai dipendenti. Se il numero è basso, forse il contenuto o la modalità non sono adeguati.
Indica quanto i dipendenti ritengono utile o applicabile quanto appreso. Viene misurato con brevi survey alla fine di ogni percorso.
Questo KPI collega la formazione ricevuta ai miglioramenti nelle performance. È il più difficile da misurare, ma anche il più significativo.
Per fidelizzare i talenti ci vuole tanta strategia quanta per attrarli. Questi KPI aiutano a comprendere i livelli di engagement e stabilità interna.
Percentuale di dipendenti che si dimettono volontariamente in un periodo specifico. Un valore troppo alto può segnalare problemi strutturali.
Il contrario del turnover: misura quanti dipendenti restano in azienda dopo un certo periodo (es. 1 anno). Più è alto, più l’azienda è solida.
Indica da quanto tempo in media i dipendenti lavorano in azienda. Un buon equilibrio tra nuove leve e seniority favorisce la stabilità.
Le aziende moderne devono promuovere un ambiente equo, inclusivo e rappresentativo. I KPI possono supportare questo impegno.
Distribuzione tra uomini e donne in azienda, nei ruoli di leadership e nei diversi reparti.
Percentuale dei dipendenti suddivisi per fasce d’età. Aiuta a costruire team eterogenei e più ricchi di prospettive.
Attraverso sondaggi anonimi si può misurare il grado di inclusione vissuto dai dipendenti: si sentono rispettati, ascoltati, rappresentati?
Il lavoro remoto richiede nuovi parametri per garantire efficienza e coinvolgimento, anche a distanza.
Percentuale media di giorni lavorati da remoto. Serve per capire l’equilibrio tra presenza fisica e flessibilità.
Difficile da calcolare, ma utile da misurare con proxy come output settimanali, obiettivi raggiunti o feedback dei responsabili.
Le persone che lavorano da casa si sentono parte del team? Partecipano agli incontri? Un indicatore utile per evitare isolamento.
Una volta scelti gli indicatori giusti, serve un sistema solido per raccogliere, analizzare e comunicare tutti i dati. Eccoti i passaggi essenziali.
Coinvolgi manager e team HR per identificare gli indicatori davvero utili, evitando misurazioni inutili o poco leggibili.
Usa software HR che permettano di automatizzare la raccolta dei dati, generare report e aggiornare i KPI in tempo reale.
Un dashboard visivo e interattivo aiuta a tenere tutto sotto controllo. Ogni KPI deve essere facilmente consultabile, aggiornato e leggibile.
Non limitarti a leggere i dati, poniti domande! Cosa significano? Perché questo indicatore è calato? Cosa possiamo fare per migliorarlo?
Condividere i KPI con l’azienda (o almeno con i manager) crea trasparenza, stimola la collaborazione e aiuta a prendere decisioni più veloci.
Ecco alcuni strumenti che possono fare la differenza:
Non tutti gli indicatori sono numeri puri. Alcuni dati, come la motivazione, la leadership percepita o la fiducia nel management, vanno interpretati in chiave qualitativa, attraverso questionari, interviste e focus group. Sicuramente più difficili da misurare, questi KPI offrono un quadro più umano e profondo della situazione aziendale. Il consiglio è quello di combinarli con dati numerici, così da avere un’immagine completa.
I KPI vanno anche letti con il giusto orizzonte temporale:
Lavorare solo sul breve termine può portare a decisioni impulsive. Invece, un approccio che include indicatori di lungo termine favorisce stabilità e crescita sostenibile.
Ogni azienda è diversa. Ecco come personalizzare i KPI in base al settore e alla dimensione:
Le piccole e medie imprese dovrebbero concentrarsi su indicatori semplici ma ad alto impatto:
Hanno più dati a disposizione e possono permettersi analisi avanzate, come:
I punti più importanti sono conformità legale, soddisfazione del personale ed efficienza:
Una startup tech aveva un turnover del 35%. Dopo l’analisi dei KPI, ha scoperto che il problema era l’onboarding inefficace. Inserendo un programma strutturato e migliorando la comunicazione interna, ha ridotto il turnover al 18% in sei mesi.
Un’azienda retail ha rilevato un eNPS di soli 15 punti. Dopo aver lanciato sondaggi trimestrali e avviato programmi di ascolto attivo, il punteggio è salito a 42 in un anno.
Un ente sanitario impiegava 70 giorni in media per assunzione. Automatizzando parte della selezione con un software HR e KPI specifici, ha ridotto il processo a 40 giorni, con una maggiore qualità dei candidati.
Sempre più aziende inseriscono i KPI all’interno della strategia ESG (Environmental, Social, Governance). Le dimensioni sociali e di governance includono:
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