Report e statistiche
Guida per un buon piano di retribuzione flessibile
Retribuzione flessibile: la guida completa su flexibe e fringe benefits per applicare un piano economico efficace ed in linea con la legge.
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Retribuzione flessibile: la guida completa su flexibe e fringe benefits per applicare un piano economico efficace ed in linea con la legge.
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Ronny Navarrete
HR Consultant
12 de Aprile, 2025
Nel contesto italiano odierno, le aziende si trovano sempre più spesso nella posizione di dover attrarre e fidelizzare i migliori professionisti. Se fino a qualche anno fa lo stipendio era il principale fattore di valutazione per un dipendente, oggi i lavoratori ricercano un certo livello di welfare aziendale. La soluzione perfetta è la retribuzione flessibile. Cosa intendiamo esattamente con retribuzione flessibile? Quali vantaggi offre, sia ai lavoratori sia alle imprese? Come si applica correttamente un piano efficace e in linea con la normativa italiana? In questa guida risponderemo a tutte le tue domande, dandoti istruzioni e dritte per comprendere e poter mettere in pratica un piano di retribuzione moderno, efficace e sostenibile.
Con retribuzione flessibile s’ intende un sistema che consente ai dipendenti di scegliere, all’interno di una lista di opzioni, quali benefit ricevere al posto di una parte della retribuzione economica. L’obiettivo è ottimizzare il valore percepito della busta paga e aumentare il potere d’acquisto netto del lavoratore. I flexible benefit sono beni o servizi che il datore di lavoro offre con vantaggi fiscali sia per l’azienda che per il dipendente. Rientrano tra questi, ad esempio:
Il vantaggio è duplice: l’azienda riesce a contenere i costi del lavoro, mentre il lavoratore ottiene un beneficio reale più alto rispetto all’equivalente in denaro.
In Italia, la retribuzione flessibile è regolata principalmente dal Testo Unico delle Imposte sui Redditi (TUIR), in particolare dagli articoli 51 e 100. L’articolo 51 definisce le tipologie di benefit che non concorrono alla formazione del reddito da lavoro dipendente, come:
L’articolo 100 consente alle aziende di dedurre integralmente dal reddito d’impresa le spese per iniziative di educazione, istruzione, ricreazione, assistenza sociale e sanitaria, o culto. Il rispetto di tali articoli permette di costruire un piano di retribuzione flessibile legale e con massima efficienza fiscale.
La retribuzione flessibile non è solo una strategia fiscale vantaggiosa, ma anche un potente strumento di benessere organizzativo. Offrire ai propri dipendenti la possibilità di scegliere i benefit più adatti alla propria fase di vita permette all’azienda di dimostrarsi empatica e attenta ai bisogni reali delle persone. Questo genera un impatto diretto sulla motivazione, sull’engagement e sulla percezione positiva del clima aziendale. Un dipendente che può contare su servizi concreti, come l’asilo nido per il figlio o il rimborso delle spese mediche, si sentirà maggiormente supportato e sarà portato a investire più energie e impegno nel proprio lavoro. In un contesto in cui la salute mentale e il work-life balance stanno diventando priorità, la retribuzione flessibile si rivela un’azione concreta per costruire una cultura aziendale sana e sostenibile nel tempo.
Spesso c’è confusione tra flexible benefit e fringe benefit. I primi sono scelte attive del lavoratore all’interno di un piano aziendale definito, mentre i secondi sono vantaggi forniti dal datore di lavoro, come l’auto aziendale o il telefono cellulare ad uso promiscuo. La differenza principale sta nella personalizzazione: i flexible benefit variano in base alle necessità del singolo dipendente, mentre i fringe benefit sono standardizzati.
Non è necessario essere una multinazionale per mettere in moto un piano di retribuzione flessibile. Anche le PMI possono beneficiarne, soprattutto nei seguenti casi:
I vantaggi di adottare un piano di retribuzione flessibile sono moltissimi. Li distinguiamo in quelli per l’azienda e per il dipendente.
Prima di lanciare il piano, è utile sondare il personale con questionari o interviste. Quali servizi sarebbero più apprezzati? Che fasce d’età e di reddito prevalgono in azienda?
L’offerta deve essere varia ma coerente: meglio pochi benefit davvero utili che una lista dispersiva. Le categorie più gettonate sono:
Esistono portali di gestione dei flexible benefit che permettono di configurare, gestire e monitorare il piano. Vai!
La riuscita del piano dipende in gran parte dalla comunicazione. Presentazioni, webinars, sessioni Q&A sono strumenti fondamentali per chiarire vantaggi, modalità ed impatto economico del piano,
Il piano va analizzato nel tempo. Com’ è andata? I benefit sono realmente apprezzati? Serve aggiornare il catalogo?
In Italia, la retribuzione flessibile può rappresentare fino al 30% del salario lordo annuo del dipendente, a condizione che venga comunque garantita l’erogazione del trattamento minimo retributivo in denaro, come stabilito dai contratti collettivi e, in ogni caso, non inferiore al salario minimo previsto per legge.
La normativa italiana prevede specifiche esenzioni fiscali per i beni che rietrano in un piano di retribuzione flessibile:
Affinché i benefit possano essere riconosciuti come parte di un piano di retribuzione flessibile esente da tassazione, devono rispettare alcune condizioni fondamentali:
Anche se la retribuzione flessibile, nei limiti stabiliti dalla legge, non è soggetta a tassazione IRPEF, essa concorre comunque alla base imponibile per i contributi previdenziali INPS, poiché fa parte della retribuzione lorda contrattuale.
Il sistema di retribuzione flessibile permette al dipendente di destinare una parte del proprio stipendio lordo all’acquisto di beni o servizi messi a disposizione dall’azienda, come assicurazioni sanitarie, buoni pasto, abbonamenti al trasporto pubblico ecc. Questo meccanismo ha le seguenti conseguenze sulla busta paga:
Di seguito a confronto due scenari con un lavoratore con uno stipendio lordo annuo di 30.000 €: il primo senza e il secondo con retribuzione flesssibile.
Voce | Importo (€) |
---|---|
Stipendio lordo mensile | 2.500,00 |
Contributi INPS (6,35%) | -158,75 |
Base imponibile IRPEF | 2.341,25 |
Ritenuta IRPEF (15%) | -351,19 |
Stipendio netto | 1.990,06 |
Voce | Importo (€) |
---|---|
Stipendio lordo mensile | 2.500,00 |
Quota retribuzione flessibile: buoni pasto | -150,00 |
Quota retribuzione flessibile: assicurazione sanitaria | -100,00 |
Totale retribuzione flessibile | -250,00 |
Salario imponibile IRPEF | 2.250,00 |
Contributi INPS (su 2.500 €) | -158,75 |
Base imponibile IRPEF | 2.091,25 |
Ritenuta IRPEF (15%) | -313,69 |
Stipendio netto | 1.936,56 |
Benefit non monetari ricevuti | 250,00 |
Totale compenso mensile | 2.186,56 |
Sebbene il salario netto in busta appaia leggermente inferiore (1.936,56 € contro 1.990,06 €), il valore totale dei benefit percepiti fa salire il compenso reale a 2.186,56 €, ovvero un incremento mensile di circa 196 € senza alcun aumento di costo per l’azienda. Su base annua, questo si traduce in un vantaggio economico di 2.358 €, totalmente esentasse per il lavoratore e pienamente deducibile per l’impresa. Il risparmio fiscale dipende da:
Un piano di retribuzione flessibile richiede una gestione amministrativa precisa e trasparente. Software HR come Sesame HR aiutano a:
Sesame HR è un software di gestione delle risorse umane che consente alle aziende di strutturare, gestire e monitorare un piano di retribuzione flessibile in modo semplice, intuitivo e conforme alla normative vigenti. La piattaforma permette di:
Con Sesame HR, è possibile centralizzare la gestione dei benefit all’interno di un ecosistema digitale che comprende anche la rilevazione presenze, la gestione delle ferie, il controllo dei costi del lavoro e molto altro. le aziende che desiderano evolversi verso un modello più flessibile e attento alle persone, il software HR rappresenta un alleato strategico. Che dici? Inizia subito la prova gratutita!